
Realizzare una nuova I.R.U.R per la metamorfosi di un territorio che deve trasformarsi.
Si tratta di un progetto che abbiamo ideato con Matteo Olivetti (a fianco a me nella foto), pronipote di Adriano, fondatore dell’I.R.U.R. (Istituto per il Rinnovamento Urbano del Canavese).
Vogliamo riuscire a generare una vera e propria metamorfosi del contesto territoriale, dell’attuale scenario di un territorio caratterizzato da uno sfondo cupo.
La Storia ci insegna che spesso, dobbiamo cercare nel passato fulgidi esempi ai quali ispirarci e trovare nel presente le energie intellettuali per costruire un futuro migliore.
Nell’anno in cui sono nato – era il 1954, 63 anni fa – Adriano Olivetti fondava ad Ivrea l’Istituto per il Rinnovamento Urbano e Rurale del Canavese (I.R.U.R.), come strumento per governare e orientare positivamente lo sviluppo del territorio.
L’Istituto fu una struttura fortemente innovativa, capace di finanziare le proprie attività non solo grazie ai proventi provenienti dai soci e dagli enti territoriali che avevano aderito all’iniziativa, ma anche e soprattutto grazie agli introiti derivanti dalle attività promosse e gestite direttamente.
LI.R.U.R. ha saputo realizzare un centro di competenza di alto livello, capace sia di fornire consulenza, supporto e coordinamento a tutti gli attori impegnati nello sviluppo del territorio, sia di sviluppare direttamente importanti iniziative nei diversi settori dell’economia.
Si è trattato di un vero e proprio motore per lo sviluppo del Canavese, fin dalla sua nascita.
Già nel 1955, ad Ivrea, ha creato il laboratorio “Olyvia Revel ” (30 dipendenti, tutte donne, per la fabbricazione di abiti per bambini) e a Vidracco un laboratorio per la realizzazione di valigette per macchine da scrivere (31 dipendenti, poi diventati più di 150).
In pochissimo tempo furono create molte altre attività economiche (ad esempio la manifattura Sparone, la distilleria Bairo, la Baltea Motori, ecc).
Le iniziative dell’I.R.U.R miravano non solo a creare lavoro e sviluppo economico, ma anche e soprattutto a creare capacità di collaborare in modo sinergico, e quindi sviluppo culturale e sociale del territorio.
Oggi forse più di allora è necessario attivare e orientare le risorse presenti sul territorio – che sono numerose – e favorire lo sviluppo di start-up innovative, sia tecnologiche che tradizionali.
Occorre anche rilanciare la cultura della cooperazione e l’idea di comunità che si impegna per il bene comune.
C’è quindi bisogno di un progetto innovativo ed efficace, capace di incidere efficacemente e di ottenere risultati concreti nei tempi più rapidi.